Abbiamo già visto il potenziale della piattaforma ResearchKit presentata da Apple durante il Keynote del 9 Marzo, e che in poche ore la Stanford University ha dichiarato l’importante successo che le applicazioni stavano avendo su App Store: ma una conversazione tra un dirigente Apple e un’organizzazione scientifica no-profit suggerirebbero che la piattaforma avrebbe potenziali futuri decisamente più importanti da quelli visti sino ad ora.
Vi ricordiamo che ResearchKit è un tool “open-source” creato da Apple in grado di sfruttare la tecnologia che ci circonda (in particolare i milioni di iPhone venduti in tutto il mondo) per poter raccogliere importanti dati medici che serviranno per la ricerca scientifica: le prime 5 applicazioni sono già state pubblicate su App Store e stanno riscuotendo un grande successo.
ResearchKit: Grandi progetti futuri per la ricerca medica
Immaginate migliaia di pazienti effettuare dieci prove sulla piattaforma di ResearchKit. Tutti questi dati, contenenti informazioni genetiche, informazioni sui farmaci assunti e tanto altro saranno poi disponibili sul cloud in forma anonima per tutti i ricercatori che hanno bisogno di informazioni per poter raggiungere i loro risultati: il potenziale è enorme, sopratutto considerando che la piattaforma è open-source.
Nessuno vuole affidare i propri dati sanitari a una società che poi li venderà al miglior offerente. Apple ha invece preso una posizione importante in tutto questo sin da subito: non guarderà mai i dati degli utenti che utilizzano ResearchKit. Aziende come Google e Facebook invece generano introiti solamente vendendo i nostri dati.
Con queste parole Bernard Munos, fondatore del “Innothink Center” per ricerche sul campo biomedicale ha commentato la presentazione di ResearchKit: oltre a questo, diverse indiscrezioni pensano che il fondatore del centro sia entrato in forte contatto con Apple per poter intraprendere importanti progetti futuri.