A differenza dei numeri di distribuzione di Android, misurati in modo affidabile e aggiornati di frequente solo da Google e basati sugli accessi al Play Store, il tasso di adozione di una nuova versione di iOS viene a volte confermato da Apple e regolarmente monitorato nei report di aziende di terze parti. Relativamente ad iOS 12, sia le ricerche di terze parti che i dati forniti direttamente da Apple segnalano tasso di crescita semplicemente sbalorditivo.
Dopo un avvio un po’ lento, le prestazioni migliori sugli iDevice più vecchi e il software incentrato sulla stabilità del sistema si sono espansi rapidamente verso gli iPhone e gli iPad idonei, poiché i principali bug non sono mai apparsi.
Al contrario, iOS 11 ha apportato miglioramenti più tangibili e sostanziali funzionalità aggiuntive lo scorso anno, determinando inizialmente grandi numeri di adozione, ma rallentando significativamente quando gli utenti hanno iniziato a imbattersi in anomalie catastrofiche o semplicemente fastidiose.
Mentre “solo” il 59% dei dispositivi Apple compatibili ha installato iOS 11 a partire dall’inizio di dicembre 2017, la cifra arriva a una quota colossale del 70% per iOS 12 nelle misurazioni ufficiali dell’App Store del 3 dicembre 2018.
Si tratta di un solido +10% rispetto a poco più di un mese fa, anche se non è ancora così impressionante come i numeri di terze parti stimati di recente. Mentre ovviamente non è giusto (o rilevante) confrontare quella fetta del 70% della torta con l’invisibile quota di mercato Android 9 Pie, è anche interessante notare che il 72% degli “iDevice” venduti negli ultimi quattro anni sono già utilizzando iOS 12.
Insomma, la frammentazione è un qualcosa che in quel di Apple non conoscono affatto, cosa che non si può dire affatto per Google.