WhatsApp: attento a quello che scrivi o finisci in carcere in dieci minuti | In tribunale ti sbattono in faccia le schermate

WhatsApp (Foto di Rachit Tank su Unsplash) - agemobile.com

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WhatsApp: adesso devi fare attenzione a ciò che scrivi perchè potresti essere accusato e persino finire in tribunale. Le tue chat non sono più segrete.

Ogni volta che apri  WhatsApp e scorri tra le tue chat pensi che nessuno possa accedere a quelle conversazioni private. La sensazione di privacy è rassicurante.

Del resto le nostre chat sono piene di messaggi intimi, risate, pensieri e discussioni che non vorremmo mai far vedere a nessuno.

Ma cosa accadrebbe se improvvisamente qualcuno potesse leggere e usare quelle conversazioni contro di noi, addirittura in tribunale?

Quando si tratta di questioni legali, la situazione è complicata. Quelle parole, che fino a quel momento sono state solo tue, potrebbero ora essere usate contro di te. La domanda sorge spontanea: quanto sono sicuri i messaggi che inviamo ai nostri contatti?

WhatsApp:  ora le chat ti spediscono in tribunale

Pensa a quanto sia facile fare uno screenshot di una conversazione. In pochi secondi, una chat privata diventa un’immagine, pronta per essere condivisa con chiunque. E usarla in un contesto legale. Potrebbe succedere, e quei messaggi diventano qualcosa di più che una semplice chiacchiera tra amici o conoscenti.

Ci sono situazioni in cui quei messaggi, a volte innocenti, potrebbero rivelarsi determinanti per risolvere un caso legale. Se così fosse, chiaramente, tanto innocenti forse non lo sono. Ma vediamo nello specifico di cosa parliamo.

Le chat (Foto di Daniele La Rosa Messina su Unsplash) - agemobile.com
Le chat (Foto di Daniele La Rosa Messina su Unsplash) – agemobile.com

Quando la conversazione ti mette nei guai

Abbiamo accennato agli screenshot, ma c’è da chiarire un punto: la legge italiana li considera  come una semplice copia meccanica, una sorta di fotocopia. Quindi, se un avvocato lo vuole usare  come prova, deve essere pronto a difenderne l’autenticità. Anche se la Cassazione, riporta uniriz.it, ha chiarito che non basta una semplice contestazione per invalidare la prova: chi dubita deve fornire una spiegazione convincente.

Secondo una recente sentenza della Corte di Cassazione (sentenza n. 39529/2022), poi,  i messaggi scambiati su WhatsApp sono considerati prove legali equivalenti a documenti ufficiali. E possono essere usati in tribunale come una prova tangibile, come una foto o una registrazione. Non è necessario che siano stati intercettati illegalmente, e non serve una procedura speciale per acquisirli. Basta una semplice riproduzione dei messaggi per presentarli in aula. È da sottolineare che  questa possibilità è particolarmente importante in casi di stalking o molestie. Quando una persona viene perseguitata o minacciata, i messaggi inviati tramite WhatsApp possono testimoniare i comportamenti persecutori. Ad esempio, in un caso recente, un uomo è stato condannato per stalking dopo aver inviato messaggi con contenuti sessuali riguardanti la vittima a più persone tramite WhatsApp. La legge protegge chi subisce molestie, e anche i messaggi possono essere utilizzati come una forma di prova legittima.