Mark Shuttleworth, fondatore e responsabile della strategia dei prodotti di Canonical, ha rivelato che la sua azienda ha firmato il suo primo accordo distribuire Ubuntu Touch su smartphone.
Shuttleworth ha però deciso di non rivelare, per lo meno allo stato attuale, chi è il nuovo partner OEM di Canonical, cioè il produttore che svilupperà lo smartphone che utilizzerà la versione mobile di Ubuntu come sistema operativo.
Inoltre, egli ha spiegato che, nel corso del 2014, Ubuntu Touch sarà disponibile solo su prodotti di fascia alta, questo nonostante sia in grado di essere eseguito da due categorie di prodotto. Ecco quali:
- Dispositivi entry-level, i quali come requisito minimo devono possedere un processore dual-core e almeno 512 MB di RAM.
- Dispositivi high-end, per i quali è previsto un processore quad-core e almeno 1GB di RAM.
I prodotti appartenenti alla seconda categoria (se collegati ad un monitor, un mouse ed una tastiera) possono essere utilizzati come se fossero dei veri e propri personal computer.
La domanda che ci poniamo tutti è la seguente: c’è spazio per Canonical ed il suo Ubuntu Touch?
Con il mercato che risulta conteso tra Android ed iOS, BlackBerry che tenta di rimanere a galla, ma soprattuto Microsoft che recupera terreno, la risposta per noi sembra essere uno scontato NO! Ma evidentemente Canonical non la pensa così ed il motivo è che la sua piattaforma ha un asso nella manica. L’SDK messo a punto dalla compagnia di Shuttleworth permette di adattare facilmente qualsiasi applicazione scritta per la nota distribuzione di Linux su tutte le versioni di Ubuntu, dalle smartTV, passando per i tablet, giungendo infine agli smartphone.
Come se non bastasse Canonical ha ottenuto consensi da diversi operatori delle telecomunicazioni: Vodafone, 3, EE, Verizon, SK Telecom, Deutsche Telecom, T-Mobile, Telecom Italia e altri, hanno tutti appoggiato Ubuntu per smartphone.
In sostanza, sembra proprio che Shuttleworth veda il settore della telefonia mobile come una parte fondamentale nel futuro di Ubuntu.