Trasferimento file da Android a macOS: come farlo in modo rapido e wireless

Passaggio dati da Android a macOS, come eseguirlo senza stress - Agemobile.com (Foto X)
Il passaggio dei dati è un trauma? Da oggi mai più problemi neppure da Android al sistema operativo di Apple.
Nel mondo dell’hi-tech c’è una sola operazione che può risultare più indigesta, ansiogena e in parte pericolosa anche agli occhi (e alle mani…) dei maneggioni più consumati rispetto al fatidico switch da un dispositivo ad un altro.
Questa è infatti un’operazione “sacra” anche per chi ne ha già effettuato più di uno, anche se muoversi per tempo, fare le cose con calma e affidarsi a backup regolari è sempre la migliore medicina.
Certo, il rischio 0 non esiste mai, eppure un’esperienza peggiore rispetto all’avvio di una nuova vita di uno smartphone o iPhone e pensionare il precedente trasferire i dati può essere il trasferimento dei dati.
Si tratta di un’operazione più o meno ricorrente nella nostra vita “tecnologica”, ma la prima volta non si scorda mai. In particolare se è avvenuta in epoche ancora piuttosto “empiriche” rimuoverne il ricordo è davvero difficile…
Trasferimenti dati, cosa cambia da un sistema operativo all’altro
Per fortuna il settore in questione si evolve alla facilità della luce, pertanto i tempi recenti hanno visto la rapida affermazione di strumenti provvidenziali per accelerare e facilitare un’operazione che necessita comunque il massimo della concentrazione e della competenza.
Non tutti i passaggi, però, sono uguali, perché gli strumenti di cui sopra non funzionano allo stesso modo in tutti i sistemi operativi. Se trasferire dati da Android a Windows o da iOS a macOS è ormai quasi una formalità, grazie all’app Nearby Share, rilasciata da Google e ormai di uso comune, il procedimento contrario nasconde insidie da non sottovalutare.
Ecco l’app che aspettavamo: tutto sul passaggio file da Android a macOS
Stiamo parlando del passaggio da Android a macOS, per il quale è disponibile da qualche tempo il… “fratellino” di Nearby Share, ovvero NearDrop. Il programma open source, reperibile gratuitamente su Github, nato come semplice ricevitore su macOS, si caratterizza oggi per alcune funzioni originali. La prima è quella che prevede per lo scambio dati l’utilizzo esclusivo della connessione Wi-Fi. Niente Bluetooth, né Wi-Fi Direct, quindi. Un problema che va ad impattare la velocità di trasferimento, richiedendo tempo per l’accoppiamento dei dispositivi, che devono ovviamente essere collegati alla stessa rete, ma compensato dal fatto che NearDrop non necessita di alcuna installazione su Android, sfruttando NearBy, una funzionalità nativa di Android che Google ha sviluppato negli aggiornamenti più recenti.
Diversa la situazione per macOS dove è invece necessaria l’installazione, ma una volta effettuata l’utilizzo dell’app sarà facile e intuitivo: basterà scegliere il file da condividere e poi cliccare sull’opzione Quick Share. Una vola selezionato il dispositivo Mac si riceverà una notifica su quest’ultimo: cliccando su ‘Opzioni’ e poi su ‘Accetta’ partirà la condivisione del file che verrà ritrovato a operazione conclusa nella cartella Download.