Il tempo scorre e l’innovazione costante che ogni giorno modifica Internet e il modo di utilizzare i personal computer coinvolge, inevitabilmente, anche gli smartphone. Con l’arrivo della Nuvola quanto è ancora conveniente un processo di sincronizzazione dati basato sulla connessione diretta telefono – PC?
Il normale paradigma di sincronizzazione che per anni ha tenuto aggiornate le nostre rubriche e cartelle dati sembra infatti essere sotto attacco da parte di una serie di servizi pensati per scollegare le informazioni da un oggetto fisico e renderle ubiquitarie. Inevitabilmente, l’unico vincolo è disporre di un accesso a Internet che ci permetta di usare la “nuvola”, l’elemento terzo che si interpone tra i vari dispositivi su cui si vuole ottenere la sincronizzazione. Vincolo che, tuttavia, diventa sempre meno pesante grazie alle offerte che periodicamente gli operatori telefonici propongono.
Il primo risultato è quello di rendere meno importanti i sistemi operativi alla base dei vari dispositivi coinvolti nel processo, siano essi fissi o mobili, dal momento che, se non esistono applicazioni dedicate, è sempre possibile accedere tramite portale web: l’attenzione si concentra quindi principalmente sul “dato” (e, in alcuni casi, sull’informazione), l’unica cosa che davvero interessa all’utente.
Intuitività e immediatezza sono le altre parole chiave che caratterizzano questa piccola rivoluzione: il “drag’n’drop”, operazione alla base delle moderne interfacce grafiche, di un dato da un dispositivo a un altro nasconde solitamente meccanismi complessi di trasferimento che vengono eseguiti in maniera trasparente per l’utente.
Di seguito proponiamo alcune soluzioni che esemplificano nella pratica quanto scritto nei paragrafi precedenti, prediligendo quelle che offrono almeno un servizio base gratuito (motivo dell’esclusione di MobileMe). Si tenga conto che, data la varietà di piattaforme su cui i software che presenteremo girano, alcune delle caratteristiche potrebbero non essere presenti per un determinato client. Il consiglio è di non limitarsi alla semplice lettura dell’articolo, ma provare quanto presentato; magari scoprirete di non poterne più fare a meno…
Dropbox è uno dei più famosi servizi di sincronizzazione file e cartelle tramite Internet; come si intuisce dall’immagine a lato, può essere usato su praticamente qualsiasi sistema operativo esistente, inclusi quelli che ci interessano di più: Android, iPhone, iPad e Blackberry (in arrivo). Esiste, inoltre, un client non ufficiale per Windows Mobile (CloudFiles).
L’azienda offre un servizio gratuito che mette a disposizione 2 GB di spazio; per coloro a cui non bastasse ci sono piani a pagamento che partono da 9.99$ al mese per 50 GB.
Le caratteristiche principali di Dropbox, oltre alla già citata pervasività, sono gli automatismi per la sincronizzazione, realizzati in maniera da essere trasparenti all’utente, e l’efficienza nell’uso della connessione, vero valore aggiunto quando la banda è limitata.
In aggiunta Dropbox permette anche la condivisione dei file tra utenti, feature che può rivelarsi molto utile nello scambio di file con grosse dimensioni.
La sicurezza dei dati sembra essere tenuta in grande considerazione: tutte le trasmissioni tra i client e i server sono criptate e lo stesso avviene per i file memorizzati al loro interno. Un meccanismo di permessi e autorizzazioni vi permetterà, invece, di decidere se e come condividere i vostri file.
Una volta installato il client su Windows, apparirà una piccola icona sulla System Tray da cui sarà possibile accedere alle varie opzioni del software. Durante l’installazione sarà possibile scegliere la grandezza della nostra “scatola” tra alcuni piani definiti.
All’interno della propria cartella Documenti il software crea una directory chiamata My Dropbox all’interno della quale dovranno essere messi i file da sincronizzare. Su ogni icona di cartella viene indicato con un piccolo simbolo lo stato della sincronizzazione. Notate il file “Getting Started.pdf” che ritroveremo successivamente nel client del nostro smartphone.
Nelle immagini presentiamo il client per Android. Se non avete un account per il sistema sarà possibile crearlo direttamente dall’applicazione. Dal software potrete effettuare il browsing della vostra cartella sincronizzata: come è possibile notare, al suo interno si trova lo stesso file “Getting Started.pdf” precedentemente visto nella cartella su Windows. Qualsiasi operazione fatta su questo (o altri file) su qualsiasi sistema, si ripercuoterà su tutti gli altri.
La cartella Public permette di sincronizzare facilmente file anche con chi non è utente Dropbox: ogni file ha infatti un suo link che può essere condiviso in diversi modi (ad esempio via mail o Twitter).
Dropbox permette anche di creare gallerie di immagini da condivere: le immagini, oltre che accessibili da qualsiasi client, potranno essere anche visualizzate con un browser web accedendo all’apposita pagina. Il client Android gode anche di un’immediata sincronizzazione con quanto realizzato tramite la fotocamera del dispositivo.
Servizio simile a Dropbox, dotato di funzionalità in più per la gestione e condivisione dei file con altri utenti, ma meno attento agli automatismi per la sincronizzazione nella versione Free, che, per inciso, offre solo una piccola parte di quanto è possibile avere.
Il piano base mette a disposizione 1 GB di spazio, fortunatamente accessibile anche tramite dispositivi mobili, con un limite di 25 MB come dimensione massima di ciascun file. Pagando una quota mensile che parte da 9.95$ otterrete maggiori funzionalità (come, ad esempio, l’aumento di velocità in upload o la già citata sincronizzazione automatica dei file).
Una caratteristica interessante di Box.net è l’integrazione con altri utili servizi online (tra cui Gmail e LinkedIn): per fare un esempio, dal vostro account LinkedIn potrete rendere scaricabili file presenti nella vostra personale Box (come, ad esempio, un curriculum).
Esistono applicazioni ufficiali per Blackberry, iPhone, iPad e Android. Tutti gli altri sistemi mobili dovranno fare riferimento a una web application ottimizzata per gli smartphone.
Anche in questo caso particolare attenzione è stata data alla sicurezza, nonostante non si capisca bene se il criptaggio dei file all’interno dei server sia riservato soltanto agli utenti della versione Enterprise.
L’interfaccia web per l’applicazione su sistemi desktop; si noti la cartella presente, collegata al profilo Linked In: la ritroveremo sul software in uso nello smartphone di test. Nella seconda immagine si ha una lista parziale delle diverse web application collegabili a un account di box.net.
Una volta fatta partire l’applicazione per Android troveremo la “scatola” relativa al nostro account con i file sincronizzati: per ciascuno di questi sarà possibile visualizzarlo, aggiornarlo e condividerlo.
I modi con il quale condividere un file saranno diversi; curiosamente, se avrete installato nel vostro sistema Dropbox potrete usarlo per condividere un link al file: potenza del sistema di comunicazione tra processi di Android. Nella seconda immagine è mostrato il file browser utilizzato per identificare un file da condividere.
Con caratteristiche analoghe ai due servizi precedentemente descritti, SugarSync si nota per avere anche il supporto a smartphone dotati di Symbian S60 5th edition (oltre che per Android, iPhone, iPad, Blackberry e Windows Mobile). Anche in questo caso viene poi messo a disposizione un indirizzo per browser di dispositivi mobili.
Il meccanismo è simile a quanto già descritto: un pacchetto base free offre 2 GB di spazio (ma è limitato all’uso solamente su due dispositivi), tuttavia è possibile, a partire da 4.99$ al mese, avere un upgrade dell’account e godere di più funzionalità.
Rispetto agli altri concorrenti, SugarSync sembra avere più automatismi e flessibilità nella sincronizzazione dei file: la possibilità su desktop di utilizzare non un’unica directory predefinita, ma qualsiasi l’utente desideri non è da trascurare. In aggiunta il software tratta con particolare cura le immagini e i file musicali, permettendo di organizzare i primi in album e consentendo lo streaming dei secondi.
Sicurezza garantita da criptaggio in tutti gli anelli della catena (upload, storing e download).
SugarSync dispone probabilmente della migliore interfaccia web all’account. La directory di default che viene costantemente sincronizzata tra tutti i sistemi è chiamata dal software “Magic Briefcase”: è comunque possibile aggiungere altre cartelle da mantenere sincronizzate.
Anche dal punto di vista delle gallerie immagini SugarSync si dimostra un gradino sopra ai concorrenti; come per gli altri servizi la condivisione degli album è a portata di singolo click.
All’avvio del client per Android vi verrà chiesto se desiderate effettuare il backup delle foto presenti nel dispositivo. L’approccio user-friendly continua con un’applicazione molto curata dal punto dell’interfaccia grafica: peccato per il limite al numero di dispositivi sincronizzabili nella versione Free (solo 2).
Mediante un comodo file browser sarà semplice identificare il file da sincronizzare: una volta scelto la voce di menu “Upload to SugarSync” farà il resto.
Interessante la possibilità di vedere il contenuto di ciascun dispositivo collegato a un determinato account. Come accadeva per la web-application, anche nel client su smartphone il pannello di gestione degli album di foto è accattivante.
Chiaramente se c’è un pioniere in questo campo, questo non può che essere Google, dal momento che il suo business è principalmente incentrato sui servizi online. Diventa d’obbligo citare quindi la gestione dei contatti tramite Gmail e quella degli appuntamenti tramite Calendar.
Nel primo caso sarà semplicemente possibile salvare un contatto non nella memoria nel telefono, bensì su Gmail in maniera da potervi accedere in qualsiasi sistema dotato di browser (o client email evoluti). In un colpo solo si eviteranno i classici problemi causati dalla perdita (o rottura) del telefono e le difficoltà di sincronizzazione.
Allo stesso modo sfruttando quanto messo a disposizione da Calendar sarà possibile avere la vostra agenda sincronizzata su tutti i dispositivi di interesse.
Si noti che l’accesso a Internet è necessario solo al momento della sincronizzazione: se per qualche motivo la connessione non dovesse essere attiva, potrete comunque utilizzare quanto già sincronizzato sul vostro smartphone.
Come si può facilmente intuire, i telefoni Android sono privilegiati per quanto riguarda l’accesso ai servizi Google: nelle due immagini potete vedere alcuni delle schermate per configurare le operazioni di sincronizzazione.
All’atto di creazione di un contatto, tra le varie opzioni di memorizzazione, sarà disponibile anche quella “Account Google” che permetterà di avere le informazioni del contatto memorizzate in remoto. Nella seconda immagine è possibile vedere l’applicazione fornita con i telefoni HTC per gestire il servizio Calendar di Google, di indubbia utilità.
Concludiamo la nostra carrellata con un servizio (forse sarebbe più corretto parlare di ecosistema) che ha avuto origine da cervelli italiani e possiede l’interessante caratteristica di avere alla base dell motore che compie il duro lavoro di sincronizzazione un software open-source.
Funambol, oltre al nome dell’azienda, è un server di sincronizzazione per email push, contatti, calendario, dati e gestione remota, orientato ai dispositivi mobili e basato su uno standard aperto riconosciuto dalla Open Mobile Alliance (SyncML).
Costruito modularmente, sono disponibili i client per le più importanti piattaforme mobili (non tutti con lo stesso livello di funzionalità) e desktop (sono ad esempio disponibili plugin per Thunderbird, Outlook, Google Mail…).
Ovviamente l’aspetto più interessante è quello di poter mettere in piedi il proprio server di sincronizzazione: sul sito dell’azienda troverete i pacchetti per l’installazione di Funambol per Linux e Windows, oltre che il codice sorgente. Esiste, inoltre, una nutrita serie di plugin per sincronizzare dati da un groupware server, rendendo la soluzione altamente professionale dal momento che sono presenti tutti i nomi più importanti: MSExchange, OpenExchange, Zimbra, Domino, Yahoo, Gmail… Se poi mancasse proprio quello da voi desiderato, nessun problema perchè è stato rilasciato il Software Development Kit (in Java e C++) che permette di estendere le caratteristiche del server.
La comunità ha come punto di incontro il sito FunambolFORGE da cui, oltre a poter scaricare i vari software, si potrà recuperare una buona dose di documentazione e leggere il blog di Fabrizio Capobianco, CEO di Funambol, che porta spesso interessanti spunti di riflessione.
Come la gran parte delle compagnie che basa il suo business su prodotti open-source, esistono due versioni del software: la Community Edition, rilasciata con licenza AGPLv3 quindi con tutte i diritti e doveri da essa descritti, e la Commercial Edition che include funzionalità e supporto tali da rendere adatto il software alla gestione di grandi numeri. Il software è stato spesso preso come base per costruire servizi da parte di OEM e ISV e ha ricevuto un numero significativo di premi e riconoscimenti dai vari attori del settore.
Funambol mette a disposizione su my.funambol.com una trial di 90 giorni per provare il servizio dopodichè, dal momento che la società non ha un’offerta commerciale diretta agli utenti finali, per utilizzarlo si dovrà cercare qualche altro provider che ha sviluppato la sua soluzione prendendo Funambol come base.
Il client web della versione demo di Funambol rivaleggia con quello di SugarSync per completezza (gestione contatti, calendario, foto e mail) e aspetto dell’interfaccia grafica. Si noti che, tuttavia, utilizzando il servizio da un altro operatore il pannello potrebbe non essere esattamente lo stesso.
Al primo avvio del programma vi verrà proposto di importare nel vostro account Funambol i contatti provenienti da diverse rubriche. Inoltre con il client Android potrete decidere di mantenere sincronizzate anche le vostre immagini.
Alcune delle impostazioni per il client: è possibile decidere di effettuare la sincronizzazione in modalità manuale o automatica. Si noti, poi, la possibilità di scegliere la “direzionalità” della sincronizzazione e l’opzione per resettare i dati di uno tra il client o il server prendendo le informazioni dall’elemento che non è stato azzerato.
Conclusioni
Non c’è dubbio che questo cambiamento nelle modalità di sincronizzazione, se accompagnato dalla tendenza di tutti gli attori coinvolti a spostarsi sempre più verso modalità d’uso degli smartphone basate su connessioni always-on (e mi riferisco, in particolare, agli operatori di rete che possono incentivare tale comportamento con l’economicità dei piani dati), potrà portare grandi vantaggi agli utenti, semplificando notevolmente la loro vita.
Anche i big del settore hanno chiaro come la partita per la “dominazione” del mercato smartphone passi anche per la strada della sincronizzazione online e accompagnano l’offerta hardware/software con servizi del genere (si pensi al neonato in casa Redmond, in gran parte incentrato sulla nuvola).
Unico, grosso, dubbio su cui riflettere: potremo ancora considerarci padroni dei nostri dati e delle nostre informazioni oppure la tanto desiderata semplicità si può avere soltanto al prezzo di cedere un po’ della nostra privacy a chi gestisce i vari servizi? Come al solito sarà il mercato, cioè noi, a decidere, ma personalmente un’occhiata ai termini di utilizzo del servizio scelto la darei sempre…