Scandalo social, il Governo è il nuovo Grande Fratello | Tutto quello che scrivi ai tuoi amici e ai tuoi figli è spiato

I social spiati (Foto di Gerd Altmann da Pixabay) - agemobile.com

I social spiati (Foto di Gerd Altmann da Pixabay) - agemobile.com

Scandalo social: tutto ciò che scriviamo è sotto l’occhio vigile del Governo. Siamo tutti nel Grande Fratello, non c’è più privacy.

Negli ultimi giorni circola con insistenza la notizia di una nuova legge che potrebbe cambiare per sempre il nostro rapporto con la tecnologia, o meglio, con i social. Un provvedimento che, se confermato, farebbe discutere molto.

Pare proprio che il Governo si è detto pronto a monitorare e registrare le conversazioni private su social e app di messaggistica. Una misura estrema, ma è anche giustificata?

Per qualcuno è un passo necessario, mentre per altri  un attacco diretto alla libertà personale. In ogni caso, l’idea che lo Stato possa leggere i nostri messaggi dà fastidio. E fa preoccupare.

Ma cosa c’è dietro questa violazione della privacy così dura e, pare, necessaria? Come si è arrivati ad una simile decisione?

Scandalo social: il Governo legge le nostre chat

Tutto nasce da un caso ben preciso. E coinvolge una delle app di messaggistica più famose al mondo: Telegram. Pavel Durov, fondatore e CEO di Telegram, ha raccontato che le autorità francesi hanno chiesto di inserire una “backdoor” nell’app. In parole semplici: un accesso nascosto che permetta alla polizia di leggere i messaggi privati degli utenti. Una richiesta che ha sollevato subito polemiche.

Va detto, per chi non avesse seguito il caso, che Durov è stato arrestato nell’agosto scorso, e da allora Telegram è finita nel mirino di governi e magistrature. Le accuse sono proprio mancanza di controllo sui contenuti e scarsa collaborazione con le forze dell’ordine. Si parla di traffico di droga, materiale pedopornografico, incitazioni alla violenza e truffe, il tutto avverrebbe all’interno di Telegram dove non esiste una moderazione.

Smartphone (Foto di Gerd Altmann da Pixabay) - agemobile.com
Smartphone (Foto di Gerd Altmann da Pixabay) – agemobile.com

Una soluzione rischiosa

Le autorità francesi hanno già approvato una legge che punta a contrastare almeno il traffico di droga in questi contesti, ma Durov non è d’accordo. Secondo lui, creare una backdoor è inutile e pericoloso. I criminali troverebbero comunque altri modi per comunicare, mentre gli utenti onesti vedrebbero violata la propria privacy. Peggio ancora: un accesso del genere potrebbe essere sfruttato da hacker e cybercriminali.

Anzi, come riporta hdblog.it che ha dato risalto alla notizia,  si è detto categorico: se costretti a violare la crittografia, Telegram preferisce lasciare un Paese piuttosto che compromettere i diritti degli utenti. L’unica collaborazione possibile, dice, è fornire dati come numero di telefono e indirizzo IP solo su ordine del tribunale. Non possiamo che attendere novità anche in Italia.