Continua a far discutere la notizia “shock” dell’arresto della produzione dei dispositivi WebOS resa nota da HP nel corso della settimana appena conclusa. Di tale decisione, infatti, due dirigenti di spicco come Tom Bradley e Jon Rubinstein sarebbero stati messi al corrente solo pochi giorni prima della decisione.
IL CEO di HP Leo Apotheker avrebbe informato i due dirigenti di HP solo domenica 14 agosto a cinque giorni di distanza dall’annucio ufficiale di venerdì scorso. La notizia non manca di suscitare un certo stupore. Tom Bradley è attualmente a capo della divisione Personal System Group che HP sta valutando se dismettere nell’ambito della ristrutturazione globale dell’azienda. Jon Rubinstein, CEO di Palm prima dell’acquisizione da parte di HP, di recente era stato sostiuito da Stephen DeWit nel ruolo di capo della WebOS Global Business Unit ed era passato alla medesima divisione Personal System Group con la carica di vicepresidente senior.
Presidente e vicepresidente della divisione Persona System Group quindi non sarebbero stati informati di una delle più importanti decisioni adottata da HP. Il dato pone una serie ipoteca sul futuro dei due dirigenti, oltre ovviamente a confermare il rischio che anche la divisione sia destinata ad una prossima ristrutturazione.
Al momento i due dirigenti sembrano intenzionati a rimanere nelle loro rispettive cariche, ma le loro future decisioni saranno condizionate dal destino che HP riserverà a WebOS. Non è ancora chiaro, infatti, in che modo la casa statunitense abbia intenzione di mettere a frutto l’investimento di 1.2 miliardi di dollari grazie al quale è entrata in possesso di una piattaforma software che allo stato attuale non ha più una “dimora” hardware.
Il padre di WebOS, Rubinstein, mastica amaro, ma non perde l’occasione per lanciare un frecciatina all’attuale CEO Apotheker, responsabile a detta di Rubinstein di aver lanciato sul mercato l’HP TouchPad al momento sbagliato. Secondo Rubinstein lo sviluppo della piattaforma era incompleto ed ancora bisognosa di affinamenti. Le prime recensioni del TouchPad apparse in rete sembrano avergli dato ragione.