Gli utenti Android che utilizzano un sistema operativo open source come Ubuntu si sono trovati spesse volte in difficoltà a configurare ADB ( Android Debug Bridge ) un tool estremamente utilie sia per gli sviluppatori, sia per gli utenti evoluti e dediti alle attività di modding.
Le guide disponibili sono, infatti, quasi tutte basate sul sistema operativo Windows. Scopriamo come configurare ADB con la nostra distribuzione di Ubuntu.
Abbiamo eseguito tutti i passaggi che verranno descritti in seguito sulla nostra distribuzione di Ubuntu 10.10 versione 32-bit, anche se tutta la procedura dovrebbe andare a buon fine anche con la versione a 64-bit. Senza indugiare oltre passiamo a descrivere i singoli passaggi, con due premesse che per quanto scontate è opportuno ricordare perchè generano spesso errori e incomprensioni: il simbolo "$" non va digitato (indica solo la riga di comando da terminale), è necessario attivare la modalità Debug USB sullo smartphone Android.
1) Installazione di JDK
Il primo passo riguarda l'installazione di JDK, necessario per assicurare il corretto funzionamento di ADB su Ubuntu. Se JDK è già installato nel sistema lanciamo ugualmente una nuova installazione, utile per ricevere la versione più aggiornata. Apriamo il nostro terminale ed inseriamo i seguenti comandi:
- $ sudo add-apt-repository ppa:sun-java-community-team/sun-java6
- $ sudo apt-get update
- $ sudo apt-get install sun-java6-jre sun-java6-bin sun-java6-jdk
Qualora si avesse necessità di utilizzare anche Eclipse aggiungiamo queste due ulteriori righe:
- $ sudo apt-get install eclipse ruby rubygems ruby-dev libxml2 libxml2-dev libxslt-dev openjdk-6-jdk ant git
- $ sudo gem install nokogiri
2) Installazione dell'SDK Android
La seconda fase è releativa al download e all'installazione dell'SDK di Android. Ci colleghiamo quindi a questo indirizzo e selezioniamo l'SDK adatto alle nostre esigenze, in versione Linux ovviamente, e lo scarichiamo quindi:
- Ci spostiamo sul file compresso in formato .tgz
- Diamo un doppio click per decomprimerlo
- Collochiamo la cartella senza rinominarla in un'altra cartella a nostra scelta ( noi abbiamo scelto la directory "home")
3) Installazione dei pacchetti
Nella terza fase della procedura ci dedicheremo all'installazione dei singoli pacchetti dell'SDK. Torniamo quindi al terminale, ci spostiamo nella cartella "android-sdk-linux_86/tools" e diamo il comando:
- $ ./android update sdk
Se tutto è andato a buon fine sul desktop apparirà la segunte finestra di dialogo:
Questo box di dialogo consente di selezionare le varie versioni dell'SDK e di escludere dall'installazione quelle più datate, come la versione 1.5 e .1.6. Dopo aver selezionato i singoli pacchetti, avviamo l'installazione e attendiamo che sia giunta a conclusione.
4) Controlliamo i permessi del dispositivo
A questo punto dobbiamo controllare che il nostro smartphone Android abbia i permessi necessari a collegarsi ad ADB, a tale scopo ci spostiamo, sempre da terminale, nella cartella "android-sdk-linux_86/platform-tools" (senza virgolette ovviamente) e diamo il comando:
- $ ./adb device
Le possibilità sono due: se il nostro smartphone viene rilevato ma non ha ancora i permessi necessari, il terminale restituisce il seguente messaggio e noi passiamo al punto 5 della guida per attivarli:
Se invece lo smartphone ha già i permessi necessari, il terminale restituisce il messaggio che segue e siamo pronti per utilizzare ADB su Ubuntu:
5) Attivare i permessi
Al fine di attivare i permessi, torniamo al terminale ed effettuiamo le seguenti operazioni:
- $ sudo gedit /etc/udev/rules.d/99-android.rules (si aprirà l'editor di testo)
- scriviamo nell'editor la seguente riga di testo: SUBSYSTEM=="usb", ATTRS{idVendor}=="####", SYMLINK+="android_adb", MODE="0666" GROUP="plugdev"
- i quattro caratteri "####" vanno sostituiti con il codice del proprio smartphone che varia a seconda del produttore. La lista completa è consultabile a questo indirizzo nel paragrafo "USB ID Vendors". Il nostro smartphone è un SE, quindi scegliamo il codice "0fce".
- Salviamo e chiudiamo il file
A questo punto, tornati ancora una volta sul terminale, diamo altri due comandi per ridefinire i permessi alla luce del file che abbiamo creato
- $ sudo chmod a+rx /etc/udev/rules.d/99-android.rules
- $ sudo restart udev
E controlliamo che tutto sia a posto dando nuovamente il comando:
- ./adb devices
Se tutto è andato per il verso giusto, verrà visualizzato il messaggio che testimonia che il sistema non solo ha rilevato lo smartphone, ma gli ha consentito di dialogare tramite ADB:
N.B. qualora il riconoscimento non fosse immediato, non drammatizzate, scollegate lo smartphone e ricollegatelo, se non dovesse andare a buon fine l'operazione riavviate anche ADB (a noi è capitato, ma è stato sufficiente scollegare e ricollegare lo smartphone per ottenre il funzionamento corretto).
Per chiudere e riavviare il daemon di ADB, lanciamo da terminale i seguenti comandi:
- $ sudo adb kill-server
- $ sudo nohup adb start-server
6) ADB attivo .. e ora ?
Se siete arrivati "indenni" a questo punto della guida è perchè probabilmente avevate un particolare interesse ad utilizzare ADB sul vostro sistema operativo Open Source, impresa che ha creato non pochi grattacapi a molti utenti sino ad ora. Se avete necessità di usare ADB, probabilmente conoscerete le potenzialità del tool che permette di ottenere il controllo completo dello smartphone Android. Ad ogni modo per gli utenti che hanno necessità di un buon "ripasso" su ADB, indichiamo l'ottima guida redatta dall'utente Captainkrtek di XDA
Noi concludiamo qui la guida su come configurare ADB su Ubuntu, non senza accordare un sentito ringraziamento all'utente BloodyChaos e a tutta la community di XDA per averci dato modo di proporre ai nostri lettori queste informazioni estremamente utili.