
A partire da iPhone 6s, gli utenti sono in grado di risvegliare l’assistente digitale Siri attraverso la voce. In precedenza, l’unica via era quella di tenere premuto a lungo il tasto fisico centrale. Tuttavia, dietro l’attivazione vocale con la hotword “Hey Siri“, c’è un grande lavoro di ottimizzazione fra degli algoritmi di machine learning e un chip speciale adibito solo a questo.
Apple ha spiegato che da iPhone 6s in poi il SoC integrato include, oltre alla CPU, alla GPU e al co-processore di movimento, anche un “always-on coprocessor (AOC)” il cui unico scopo è quello di accedere al segnale del microfono e rilevare quando viene pronunciata la hotword “Hey Siri”.
Un intricato miscuglio di hardware e algoritmi di machine learning uniti a una rete neurale
L’utilizzo di un altro chip è stato necessario per non caricare 24H la CPU principale, il che avrebbe provocato un consumo eccessivo di risorse energetiche:
Per evitare che il processore principale venga caricato di lavoro tutto il giorno per ascoltare la frase di trigger, il coprocessore di ascolto (AOP, un processore ausiliario a basso consumo incorporato nel co-processore di movimento) ed avere accesso al segnale del microfono su iPhone 6s e successive.
Utilizziamo una piccola percentuale delle risorse di elaborazione limitate del AOP per eseguire un rivelatore con una piccola versione della rete neurale. Quando il punteggio supera una soglia, il coprocessore di movimento sveglia il processore principale, che analizza il segnale usando una rete neurale più grande.
Insomma, il progettare i SoC in casa ha anche il vantaggio di poter adattare le esigenze di un’innovazione tecnologica dal punto di vista hardware, riducendo al minimo i consumi ma massimizzando l’efficienza generale.
Oltre che su iPhone, la stessa cosa avviene anche su Apple Watch, dove il risparmio energetico è ancor di più una priorità.