Quale può essere un metodo vincente nel cercare di attirare quanti più utenti possibile verso il proprio servizio ed allo stesso tempo sottrarli alla concorrenza? Apple con il proprio Apple Music ha voluto puntare molte delle proprie carte sulla disponibilità esclusiva di alcuni album e sulla maggiore simpatia delle case discografiche.
Di fatto, la simpatia delle case discografiche la si ottiene solamente elargendo un compenso superiore per ogni canzone ascoltata nel servizio. A tal proposito, un nuovo report pubblicato un paio di giorni fa indica che gli artisti, mediamente, vengono pagati maggiormente su Apple Music rispetto a Spotify. In particolare, si parla di 0.00735 dollari per ogni canzone ascoltata su Apple Music contro i 0.00437 dollari per ogni canzone ascoltata su Spotify (-16% rispetto al 2014).
Il calcolo è stato effettuato tenendo conto di una singola casa discografica (non sappiamo quale), la quale ha messo a disposizione circa 150 album che hanno prodotto oltre 115 milioni di streaming.
Apple dunque sta cercando in questo primo periodo di attività (ricordiamo che l’arrivo di Apple Music è datato 30 Giugno 2015) di sacrificare i propri guadagni dal servizio al fine di conquistare una posizione dominante nel più breve tempo possibile.
Gli ultimi report relativi alle persone iscritte (mese di Dicembre 2016) indicano che Apple Music può contare su 20 milioni di utenti paganti.