Di tutti gli esperimenti condotti sulle batterie al fine di farle durare di più, quello che vi proponiamo oggi è forse il più strano. Si tratta infatti di una ricerca condotta e perfezionata nel tempo da Michael Strano, professore di chimica presso l’MIT, che propone di utilizzare dei meccanismi chimici che sfruttino la combustione del saccarosio per riscaldare dei nanotubi di carbonio. Questo processo genererebbe abbastanza energia per alimentare un moderno device elettronico.
Questa tecnologia in teoria potrebbe essere sfruttata non solo per smartphone futuri e wearable ma anche per speciali hub atti alla trasmissione costante di dati in entrata ed in uscita (pensiamo ad esempio alle antenne che gestiranno il traffico dati del settore IoT):
We can obtain phenomenal bursts of power, which is not possible from batteries. For instance, the thermopower wave systems can be used for powering long-distance transmission units in micro- and nano-telecommunication hubs.
Al momento la ricerca di una migliore ottimizzazione di questo sistema relega questo progetto ancora alla fase sperimentale ma, insieme con tutti gli altri che vi abbiamo proposto (Le batterie composte da Litio ed ossigeno hanno una capacità 5 volte superiore rispetto alle attuali batterie – I ricercatori di Standford hanno sviluppato batterie al litio che non esplodono se surriscaldate), potrebbe far si che gli smartphone futuri non soffrano più di problemi di sicurezza e di mancanza di energia.