Nokia sembra aver migliorato le fotocamere a fuoco fisso che equipaggiano i suoi più recenti smartphone. Quella del Nokia 701 dimostra come nonostante l'assenza del sistema di messa a fuoco, la resa degli scatti sia migliorata sensibilmente.
EDoF è la sigla con la quale Nokia contraddistingue le fotocamera dei suoi smartphone sprovviste di un sistema di messa a fuoco. Letteralmente la sigla significa Extended Deep of Field, ovvero profondità di campo estesa. In termini ancora più semplici, le fotocamera EDoF mettono a fuoco in ogni istante l'intera scena a partire da una certa distanza dall'obiettivo. Tale meccanismo ha degli indubbi vantaggi in termini di velocità di scatto (perchè non è necessario mettere a fuoco) e di facilità di utilizzo (perchè è sufficiente puntare la fotocamera verso il soggetto per ottenere una scena perfettamente a fuoco).
L'assenza del meccanismo di messa a fuoco, tuttavia, penalizza non poco quando si ha la necessità di effettuare degli scatti a distanza ravvicinata dal soggetto, scatti comunemente detti "macro" (anche se sarebbe più corretto definirli "close-up"). La distanza minima di messa a fuoco, infatti, non consente di spingersi troppo vicino al soggetto e l'ottica a fuoco fisso produce immagini sfocate quando, ad esempio, si fotografa il testo di un libro o un fiore.
Nokia sembra aver migliorato il sistema EDoF equipaggiato negli smartphone più recenti, come il Nokia 701, e, come dimostrano i test condotti dalla webzine All About Symbian, grazie agli affinamenti apportati, l'esecuzione di foto macro è possibile con discreti risultati.
Nella foto di apertura possiamo notare la fotocamera del Nokia C7 (sinistra) messa a confronto con quella del Nokia 701 (destra) in uno scatto macro. Il risultato è sufficientemente eloquente. La resa non è paragonabile a quella che si può ottenere con una fotocamera dotato di autofocus, ma il passo avanti rispetto ai precedenti device è netto.
Fonte: All About Symbian via Engadget