Windows Phone utilizza la nuova interfaccia utente (Modern UI denominata in precedenza Metro) di Microsoft. La schermata principale, chiamata Schermata Start, è composta da Live Tiles, che sono collegamenti ad applicazioni, funzioni o elementi individuali (come contatti, pagine internet, applicazioni o altro) a forma di piastrelle (tiles). L’utente può aggiungere, ridimensionare, spostare o eliminare le tiles, che appaiono dinamiche (da cui live tiles) grazie ad effetti grafici (ribaltamenti, animazioni, ecc.) e si aggiornano in tempo reale. Questa interfaccia rappresenta sia un pregio che un difetto, condizionando di fatto la scelta del device da parte del consumatore.
Secondo un’indagine di mercato condotta dal noto rivenditore di smartphone mobiles.co.uk su 2.300 consumatori, il 58% di essi è rivelato essere fedele a Windows Phone, optando per uno smartphone con lo stesso sistema operativo, una volta deciso di comperare un nuovo terminale. Questa percentuale, però, se confrontata con i due maggiori sistemi operativi attualmente presenti sul mercato, perde valore. Infatti, l’81% di utenti Android decide di rinnovare il patto con il robottino verde e la stessa percentuale di adepti si regista per iOS.
Gli utenti di Windows Phone decidono di migrare maggiormente verso Android, con il 25% di consumatori che, una volta messo da parte il loro vecchio dispositivo con a bordo Windows Phone, si dirige verso un OS più personalizzabile (Android). Solo il 7% invece si sposta su iOS, mostrando così qual è il vero concorrente di Microsoft.
Windows Phone trova nuovi sostenitori tra i vecchi utenti di Symbian che, abituati all’ottima qualità di Nokia, scelgono di continuare per questa strada e migrano verso Windows Phone, con una soddisfacente percentuale pari al 21%.
Il Sistema operativo di Redmond raccoglie nuovi seguaci anche tra chi decide di comprare uno smartphone per la prima volta, con un buon 5%, secondo solo ad Android che totalizza il 12%.
L’aggiunta di nuove funzionalità in Windows Phone con l’update 8.1 è sicuramente uno dei punti chiave per soddisfare gli utenti che amano personalizzare il proprio smartphone e sicuramente anche la produzione di nuovi terminali con discrete caratteristiche ed un costo contenuto contribuirebbe alla sua crescita.
E in Italia? iOS rallenta, mentre Windows Phone conquista fette di mercato, subendo un rallentamento nell’ultimo mese (dal 16,1% al 13,9%), nell’attesa del Lumia 630 Dual Sim e dei nuovi modelli con Windows Phone 8.1. Le vendite nel quarto trimestre hanno superato il 16%, scavalcando così iOS, fermo al 10,1% dei dispositivi venduti. Android conserva il primato delle vendite con il 79,9%, ma nei cinque principali mercati europei Windows Phone ha raggiunto il 10,2% con un +5,4% in 12 mesi. In pratica, la crescita è stata ottenuta a discapito di iOS, che ha perso il 5%, scendendo dal 20,8% al 15,8%.
Complice la buona qualità dei prodotti Nokia (pensiamo al Lumia 520), ma anche la crisi, Microsoft potrebbe tra qualche anno scalzare definitivamente Apple e diventare il secondo OS più diffuso al mondo.
Ma son tutte balle. 😉
I dati parlano chiaro e sono stati resi pubblici da enti autorizzati.
Verba volant scripta manent, quindi le “balle” può dirle chiunque, magari qualcuno fissato con dispositivi che non valgono un solo euro di quelli spesi, ma non chi svolge ricerche e sondaggi come lavoro e ci mette la faccia (oltre che la possibilità di essere punito penalmente per dichairazione di falso). Se non avessero scritto la fonte, potrei anche pensare il contrario, ma dato che c’è cerchiamo di levare i paraocchi, non siamo cavalli.
Le balle si raccontano anche con “dati” (manipolati ad libitum senza chiarire mai come vengono selezionati i campioni, in che ambito e con quali quesiti) soprattutto quando si viziano e si sbagliano i campioni. Sappiamo molto bene, noi in Italia, come opinionisti e sondaggisti facciano enormi buchi nell’acqua sovrastimando alcuni e sottostimando altri. E tutto viene fatto “scientificamente”. Quindi basta solo informarsi un po’ per accorgersi che sono solo ricerche pilotate a scopi pubblicitari per favorire altre piattaforme. I dati Kantar, assieme a quelli di AdDuplex, quelli si, parlano chiaro e non si evince, da quelli, in alcun modo, la tesi riportata da questo studio farlocco.