Il discorso della crittografia dei dati è, da qualche tempo, sempre all’ordine del giorno. Gli ultimi a parlarne sono stati niente meno che Cameron, primo ministro inglese e Obama, presidente degli Stati Uniti d’America.
Secondo quanto dichiarato da Cameron, l’attuale sistema di crittografia utilizzato da molti servizi di messaggistica, fra cui WhatsApp, sarebbe un serio pericolo per tutte le forze dell’ordine, in quanto non è attualmente possibile accedere, per motivi di sicurezza, ai messaggi degli utenti.
La stessa cosa la pensa Obama che ha dichiarato che la crittografia è un bene per la sicurezza ma che dovrebbero esserci delle eccezioni sempre per motivi di sicurezza.
Nel complesso, entrambi pensano che se c’è motivo di sospettare di qualcuno, le forze dell’ordine devono poter accedere ai messaggi inviati e ricevuti da quella determinata persona, al fine di non tralasciare nessuna informazione che possa completare il quadro e fornire indizi o prove.
Questo sistema funzionerebbe anche bene così come la pensano Cameron e Obama tuttavia, sorge un grosso problema legato alla privacy: chi decide se un determinato soggetto deve essere messo sotto controllo attraverso la lettura dei suoi messaggi? Chi controlla che non ci sia un’effettivo abuso di questo potere?
Non dobbiamo scordarci tutti i problemi e le accuse che sono state mosse nei confronti dell’NSA, la quale raccoglieva molti dati all’insaputa delle persone.