L’Università di Bath, in Inghilterra, ha effettuato uno studio per analizzare i movimenti dei cittadini all’interno della città.
Gli abitanti di Bath, ignari di partecipare al progetto “Citiware”, sono stati spiati attraverso diversi scanner, posizionati nelle vie della cittadina, che, attraverso l’aggancio al bluetooth di cellulari, computer e altri dispositivi portatili, ricavavano informazioni sui loro movimenti.
I ricercatori sono riusciti a ricostruire, attraverso l’analisi dei dati, gli incontri delle persone nei negozi e nei locali dimostrando come la tecnologia Bluetooth possa carpire le informazioni più bizzarre sulle persone.
Alcune organizzazioni si sono opposte al progetto sostenendo fosse “violazione della privacy” ma gli studiosi dell'”University of Bath” hanno assicurato di non possedere alcun dato informativo sull’identità dei cittadini “spiati”.
Vassilis Kostakos, uno dei ricercatori dell’università, ha suggerito a tutti i possessori di tecnologia Bluetooth di spegnere le funzioni Bluetooth per preservare la propria privacy e riservatezza. Lo studioso sostiene che è compito dei ricercatori di far emergere sia il lato buono sia il lato cattivo di tutte queste tecnologie.
Fonte: Corriere della Sera e University of Bath (per il logo)