Forse non tutti sanno che Google è al lavoro su un sistema operativo fino ad ora immerso nel mistero con nome in codice Fuchsia. A differenza di Android e di Chrome OS che si basano su un kernel di derivazione Linux, Google Fuchsia si basa un kernel basato su “Magenta”, un kernel molto più leggero che lo renderà particolarmente adatto per sistemi embedded e dispositivi dell’IoT.
I primi riferimenti a Google Fuchsia li abbiamo avuti lo scorso Agosto, quando Google ha pubblicato parte del codice sorgente su Github (si tratta dunque di un progetto open source). In tale circostanza l’icona scelta per il nuovo sistema operativo era semplicemente un quadrato di colore fuchsia. Adesso invece abbiamo scoperto che Google non solo ha rinnovato l’icona del nuovo OS rendendola circolare e simile al segno dell’infinito ma ha compilato a sufficienza il codice sorgente da rendere possibile le prime interazioni.
Google Fuchsia ha inviato il suo primo tweet
Quello che vedete qui in basso è il primo tweet in assoluto inviato sfruttando un emulatore chiamato QEMU (anch’esso open source) all’interno di Google Fuchsia:
Hello World. This is the first tweet sent on a #Fuchsia device (emulator).
— David Yang (@dvdwasibi) 10 marzo 2017
L’emulatore in questione inoltre sembra che stia funzionando anche con una sorta di webkit per il browser web Armadillo, scritto e sviluppato col linguaggio di programmazione C++. Molto probabilmente una prima build di Chrominiun (il codice su cui si basa Chrome OS) sarà il prossimo step da fare.
Google ha già conquistato il mercato mondiale col sistema operativo Android così come quello educational con Chrome OS (almeno negli USA). Con Google Fuchsia ed Android Things si prepara a conquistare anche la prossima grande evoluzione tecnologia: l’IoT.