Il mondo del modding Android è cambiato drasticamente negli ultimi anni. Gli utenti di vecchia data del robottino verde ricorderanno quando all’inizio lo sblocco del bootloader, dei permessi di root, l’installazione della TWRP e di una custom rom Cyanogenmod o derivate poteva stravolgere completamente l’esperienza d’uso rispetto ad un software stock.
Nel corso del tempo grazie a smartphone sempre più potenti e con un software molto più stabile rispetto alle prime versioni, l’esigenza di moddare il proprio dispositivo è venuta sempre un po’ meno ed è un’opzione che spesso viene presa solo quando lo smartphone viene ufficialmente abbandonato da parte del produttore.
Comunque, oggi il mondo del modding ha perso (forse definitivamente, forse no) uno dei nomi più importanti in questo settore: trattasi di Chainfire. Se avete installato almeno una volta una custom rom con molta probabilità avete utilizzato una delle app di questo sviluppatore. Ebbene, queste applicazioni ora verranno abbandonate. Non ci sarà più supporto ufficiale per tutte le app e i progetti che hanno a che fare con il mondo del modding e che richiedono i permessi di root per poter funzionare.
La decisione sembra essere dettata dalla volontà di concentrarsi su altri progetti ma cela anche una certa delusione per la strada che sembra aver intrapreso il sistema operativo Android. Indubbiamente questa notizia non piacerà agli utenti smanettoni ma non dovrebbe scoraggiarvi troppo: già nel 2016 abbiamo assistito alla chiusura del mondo CyanogenMod e sappiamo benissimo com’è andata a finire: la LineageOS ha preso il suo posto e continua ad aggiungere nuovi smartphone alla lista dei dispositivi supportati.